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Incendi boschivi: l’emergenza senza fine
Da poco ci siamo lasciati alle spalle le settimane più calde della stagione, ma ancora non è finita la conta dei danni di quello che è, ormai, il più triste appuntamento fisso dell’estate.
Gli incendi del 2021, in Italia, sono stati forse i più disastrosi di sempre. Decine di migliaia di ettari di boschi, macchia mediterranea, colture sono stati cancellati dal fuoco. Migliaia di esemplari della nostra fauna sono rimasti carbonizzati perché impossibilitati a fuggire o, se sopravvissuti, sono destinati a morte certa fuori dal loro habitat. Tante sono le vittime umane, gente comune che cercava di salvare il lavoro di una vita.
Ci chiediamo se davvero sia impossibile avere una gestione delle emergenze che permetta di intervenire tempestivamente e limitare i danni, ma ancora più veementemente ci chiediamo perché non si attui un piano di prevenzione che, da principio, impedisca che si arrivi al punto di dover piangere lacrime amare davanti al cimitero della nostra biodiversità e della nostra economia.
I danni ecologici che stiamo creando al nostro paese sono incalcolabili. I danni culturali non sono da meno. Ogni volta che una porzione del nostro paese brucia, porta con sé un patrimonio di flora e fauna e il lavoro di decenni di chi, di queste aree, fa una ragione di vita.
Come Associazione di categoria che include tra i propri soci, oltre a Guide e Accompagnatori Turistici, anche numerose Guide Ambientali Escursionistiche su tutto il territorio italiano, non possiamo restare a guardare mentre le nostre montagne, i nostri boschi, le nostre colline vanno in fumo creando un enorme danno economico al comparto del turismo lento. Come Associazione che ritiene i valori della salvaguardia ambientale pilastri fondanti del proprio essere, non accettiamo che questo scempio continui impoverendo in maniera permanente il nostro patrimonio ecologico.
Che la maggior parte degli incendi sia di origine dolosa è un dato di fatto. Sui motivi che portano a tali azioni possiamo solo fare supposizioni. Certo è che a nulla sono servite le misure di inibizione dell’uso, a vari livelli, delle zone interessate dai roghi.
Assistiamo ogni anno a proclami sensazionalistici di politici, di ogni schieramento, che annunciano grandi misure di prevenzione, satelliti, droni, ufo. Per poi ritrovarci ad assistere impotenti all’annientamento della nostra casa.
Secondo i rapporti di Legambiente, “lo scorso anno in Italia sono stati percorsi dalle fiamme 62.623 ettari di superficie boscata e non boscata (+18,3% rispetto al 2019): 4.233 i reati accertati (+8,1%), 552 le persone denunciate per incendio doloso e colposo (+25,2%), 18 quelle arrestate (+80%), 79 i sequestri effettuati (-29,5%). Ben l’82% della superficie bruciata e il 54,7% dei reati si concentrano tra Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, seguite a poca distanza dal Lazio”.
In Aspromonte si sta, ancora, consumando uno dei più grandi disastri ambientali che si ricordi. Ettari ed ettari di Parco Nazionale sono, letteralmente, in cenere; alberi secolari, intere foreste vetuste non esistono più se non nei ricordi di chi le ha percorse; il cuore dell’area a riserva integrale è stata irreparabilmente colpita dal fuoco.
È superfluo dire che questo andamento non è sostenibile e non è accettabile.
AssoGuide si rende disponibile ad essere parte attiva per la creazione di una strategia di prevenzione, oltre che di intervento, auspicando una sinergia Stato-Regioni, ma, soprattutto, il coinvolgimento delle comunità presenti sul territorio. Solo così, riteniamo, si potrà avere controllo diretto e comunione di intenti.
Abbiamo già firmato un protocollo di intesa con l’Assessorato Ambiente-Territorio in Sicilia, una delle regioni con il più alto tasso di incendi dolosi, auspichiamo un pronto dialogo con le altre regioni interessate.